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Le zecche sono dei piccoli parassiti ampiamente presenti negli ambienti naturali.
Le loro dimensioni variano a seconda dell’età, da una testa di spillo a poco più di 2 mm. Quando sono in età adulta e ricche del loro alimento preferito (sangue), possono raggiungere anche i 5 – 8 mm.
Le zecche si nutrono di sangue e per questo aggrediscono sia gli animali che l’uomo. Il loro morso non provoca dolore ed è per questo che possono rimanere attaccate al loro ospite per giorni se nascoste in luoghi non visibili.
Le zecche vivono abitualmente tra l’erba e le foglie preferendo luoghi umidi ed ombreggiati. Si trovano a quote al di sotto dei 1.500 metri, solitamente nei boschi o nei prati dove vi è la presenza di animali selvatici o al pascolo. Montagna, collina o pianura non fanno la differenza. La loro presenza copre i mesi che vanno dalla primavera all’autunno con picchi da marzo a giugno.
Le malattie più frequenti e più temibili che possono trasmettere sono la malattia di Lyme (batterio Borrelia burgdorferi) e la TBE (virus della meningoencefalite).
Si manifesta solitamente con un arrossamento della cute che può avvenire nella sede del morso di zecca (in alcuni casi anche in altre sedi del corpo) solitamente da 7 a 30 giorni dopo il contatto. L’arrossamento ha un aspetto caratteristico dettato da una area centrale più chiara ed un alone esterno più marcato he tende ad allargarsi (eritema migrante). Può inoltre comparire febbre, malessere, lieve rigidità della nuca, mialgie ed artralgie; più raramente paralisi dei nervi cranici ed infiammazioni dell'occhio.
La malattia và curata con tempestività in quanto l'infezione non trattata può causare nel tempo danni severi al sistema nervoso, al cuore ed alle articolazioni.
Spesso la malattia è talmente subdola da non essere avvertita in modo conclamato dall’individuo.
Se i sintomi sono chiari prima dei 40 giorni (eritema migrante), ci si dovrà sempre rivolgere al proprio medico per iniziare precocemente la terapia. Talora l’eritema può mancare ed è per questo che le persone morse da una zecca, non prima di 40 giorni dal contatto che sia durato almeno 48 ore o in caso di non corretta rimozione della zecca, possono rivolgersi al loro medico di famiglia per effettuare un prelievo di sangue allo scopo di determinare la presenza o meno dell’infezione (si dosano gli anticorpi antiborrelia – se ci sono gli anticorpi vuol dire che c’è stata l’infezione).
La cura della malattia prevede la somministrazione di antibiotici scelti e dosati dal medico. Una terapia corretta e tempestiva è in grado di fermare l’infezione ed evitare le complicanze. Per questa malattia non esiste un vaccino e ci si può ammalare più volte.
Colpisce il sistema nervoso e la sua azione può avere risvolti molto gravi.
Si manifesta spesso con sintomi non chiari che vengono attribuiti ad una influenza (cefalea, febbre, dolori muscolari) che compaiono da 7 a 15 giorni dopo il contatto. In una percentuale che varia dal 20 al 35% dei casi, la sintomatologia migliora temporaneamente, ricadendo poi con febbre elevata, cefalea, stato di confusione mentale, dolore alla schiena, insensibilità e paralisi degli arti. Spesso è necessario il ricovero ospedaliero; i tempi di guarigione sono molto lunghi ed in una piccola percentuale di casi lascia dei danni permanenti.
E’ una malattia data da un virus e non da un battere (come nel caso della malattia di Lyme) e proprio per questo non può essere curata con gli antibiotici (in quanto gli antibiotici non hanno alcun potere sulle malattie causate da virus).
L’unico modo per prevenire la TBE è la vaccinazione che viene altamente consigliata e raccomandata a chi vive o frequenta spesso le zone a rischio d’infezione.
La vaccinazione prevede l’inoculazione per via intramuscolare di 2 dosi di vaccino distanziate da un mese con una dose di rinforzo entro l'anno ed un unico richiamo a tre anni. Il vaccino esplica la sua azione di protezione solo dopo due settimane dalla seconda dose.
La decisione se procedere o meno alla vaccinazione spetta al medico di famiglia o al medico degli Ambulatori Vaccinali delle Aziende per i Servizi Sanitari, ai quali ci si può rivolgere per un consulto. Questi saranno anche in grado di stabilire l’effettivo rischio di contagio sulla base delle informazioni che fornirete loro; le zone a rischio sono costantemente monitorate ed identificate dal Servizio Sanitario Nazionale.
La vaccinazione prevede l’inoculazione per via intramuscolare di 2 dosi di vaccino distanziate da un mese con una dose di rinforzo entro l'anno ed un unico richiamo a tre anni.
Visto quanto detto in premessa, quando si frequentano zone o situazioni a rischio di presenza di zecche, e bene:
E’ bene ricordare che il morso di zecca non è un’emergenza. La rimozione della zecca è un’azione che il singolo individuo può fare da solo e senza ricorrere al Pronto Soccorso. Il ricorso all’aiuto del proprio medico o del Pronto Soccorso, è da riservarsi ai casi in cui la rimozione non sia avvenuta in modo completo e si necessiti di un intervento un po’ più complesso.
E’ importante invece, rivolgersi al proprio medico quando compaiono i sintomi sopra descritti e si sa di essere venuti a contatto o di aver frequentato zone a rischio infezione.
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